Pensiero della Terza Domenica del Tempo Ordinario

Isaia 8,23b-9,3
Salmo 26
1Corinzi 1,10-13.17
Matteo 4,12-23


Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio
Il Vangelo di oggi ci presenta l’inizio della vita pubblica di Gesù. Questo avvenne in Galilea, una terra di periferia al nord della Palestina, guardata con sospetto per la mescolanza con i pagani. Da quella regione non ci si aspettava nulla di buono e di nuovo; e invece, proprio lì Gesù, che era cresciuto a Nazaret di Galilea, incomincia la sua predicazione. Egli proclama il nucleo centrale del suo insegnamento: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17).
Questo annuncio è come un potente fascio di luce che attraversa le tenebre e fende la nebbia, ed evoca la profezia di Isaia, che si legge nella notte di Natale e che oggi ci viene riproposta: “Il popolo che abitava nelle tenebre ha visto una grande luce, su coloro che camminavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1) (prima lettura). E’ una luce gentile, non si impone, si propone; riconoscerla significa accettare di esserne attraversati. Nel parlare dei santi, Papa Francesco li ha paragonati alle vetrate delle chiese che, attraversate dai raggi del sole, creano un fascio di luce nuova: la sorgente di luce prende così corpo anche grazie ai colori della vetrata.
Vale anche per ognuno di noi se ci lasciamo attraversare dalla luce di Gesù, perché questa luce possa prendere anche la nostra forma, i nostri colori. Eccola la luce di Gesù: illumina per aiutarci a capire che ognuno di noi, con le sue tenebre, le sue zone d’ombra, le fatiche, ognuno di noi con tutto ciò che è, nel bene e nel male, è già portatore di luce e può camminare senza temere le tenebre. Camminare nella luce del Signore è camminare verso la salvezza (potremmo dire: la felicità) che tutti desideriamo più di ogni altra cosa. Spesso, però, di poter fare da soli, contando sulle nostre capacità e sulle nostre forze, ma poi siamo rimasti delusi, perché non ce l’abbiamo fatta. Gesù ci ricorda che serve una conversione: il punto di partenza non sono le nostre capacità. Il punto di partenza è Lui, Gesù, che ci ama così come siamo. Egli ci invita ad accogliere il suo invito ad aprirci alla sua parola e, alla misericordia del Padre e alla grazia dello Spirito Santo.
Un canto liturgico così si esprime: “Lasciati fare da chi ti conosce, lasciati fare da chi ama te”. In questa Domenica, dedicata “alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio” (motu proprio “Aperuit illis”), come richiesto da Papa Francesco, convertiamoci nella fiducia che “la felicità è possibile e vicina. E il Vangelo ne possiede la chiave. E la chiave è questa: la nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore” (Evangelii gaudium).

Il quotidiano: Sono convinto che la conversione è lasciare che Dio prenda l’iniziativa, perché Lui mi ama così come sono? Dò sempre più spazio all’ascolto della Parola e alla grazia dello Spirito Santo nei sacramenti?

La preghiera: O Signore fa’ che, per intercessione di Maria madre tua e nostra, la tua Parola illumini sempre il nostro cammino e si realizzi l’unità di tutti i cristiani.

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