1 Samuele16,1b.4°.6-7.10-13
Salmo 22
Efesini 5,8-14
Giovanni 9,1-41
Brillare della luce di Cristo
Il progetto di salvezza di Dio supera le attese e la comprensione dell’uomo. Davide viene scelto come re, per libera iniziativa di Dio, a preferenza dei suoi fratelli, apparentemente più adatti di lui. L’uomo guarda le apparenze, Dio guarda il cuore. San Paolo chiede ai cristiani di avere una vita luminosa, nel segno della bontà, della giustizia e della verità. Il Vangelo racconta l’episodio dell’uomo cieco dalla nascita, al quale Gesù dona la vista. Questo segno miracoloso è la conferma dell’affermazione di Gesù che dice di sé: “Sono la luce del mondo” (Gv9,5). Gesù prima dona la luce fisica e poi quella spirituale. I dottori della legge, che erano lì in gruppo, si ostinano a non ammettere il miracolo, e rivolgono all’uomo risanato domande insidiose, ma egli li spiazza con la forza della realtà: “Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo” (Gv9,25). Tra la diffidenza e l’ostilità di quanti lo circondano e lo interrogano increduli, egli compie un itinerario che lo porta gradualmente a scoprire l’identità di Colui che gli ha aperto gli occhi e a confessare la fede in Lui. Dapprima lo ritiene un profeta (cfr v.17); poi lo riconosce come uno che viene da Dio (cfr v.33); infine lo accoglie come il Messia e si prostra davanti a Lui (cfr vv.36-38). Il cieco risanato, che vede ormai sia con gli occhi del corpo sia con quelli dell’anima, è l’immagine di ogni battezzato, che, immerso nella grazia, è stato strappato dalle tenebre e posto nella luce della fede. Non basta però ricevere la luce, occorre diventare luce. I primi cristiani, i teologi dei primi secoli, dicevano che la comunità dei cristiani, cioè la Chiesa, è il “mistero della luna”, perché dava luce ma non era luce propria, era la luce che riceveva da Cristo. Anche noi dobbiamo essere “mistero della luna”: dare luce ricevuta dal sole che è Cristo, il Signore. Ce lo ricorda oggi San Paolo: “Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità” (Ef5,8-9). Il seme di vita nuova posto in noi nel battesimo è come scintilla di un fuoco, che purifica prima di tutto noi, bruciando il male che abbiamo nel cuore, e ci permette di brillare e illuminare con la luce di Gesù. E’ bello concludere con la definizione che Don Primo Mazzolari dà della luce della fede, che è “l’occhio di Dio sugli avvenimenti”.
Il quotidiano: Sono convinto che la luce di Dio, nella Parola e nei Sacramenti, mi dona pace, serenità e amore verso tutti?
La preghiera: O Maria Santissima, aiutaci ad imitare l’uomo cieco del Vangelo, così che possiamo essere inondati dalla luce di Cristo e incamminarci con Lui sulla via della salvezza.