Deuteronomio 8,2-3.14b-16°
Salmo 147
1 Corinzi 10.16-17
Giovanni 6,51-58
Io sono il pane vivo
Dio invita il popolo a non dimenticarsi del cammino compiuto sotto la sua protezione, a ricordarsi del suo amore provvidente, del nutrimento ricevuto nel deserto, della sua Parola di vita eterna (Prima lettura). Nella seconda lettura San Paolo ci dice che la partecipazione al calice della benedizione e al pane spezzato è comunione con il corpo e sangue di Cristo e impegno a vivere nella fraternità e nella costante ricerca dell’unità. E nel Vangelo di oggi ascoltiamo il discorso più dirompente di Gesù: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv6,51).
Ci affidiamo al bellissimo commento di P. Ermes Ronchi: “Un invito che sconcerta amici e avversari, che Gesù ostinatamente ribadisce per otto volte, incidendone la motivazione sempre più chiara: “per vivere…per vivere davvero”. E’ l’incalzante convinzione di Gesù di possedere qualcosa che cambia la direzione della vita. Mentre la nostra esperienza attesta che la vita scivola inesorabile verso la morte, Gesù capovolge questo piano inclinato, mostrando che la nostra vita scivola verso Dio. Anzi, che è la vita di Dio a scorrere, a entrare, a perdersi dentro la nostra. Qui è racchiusa la genialità del cristianesimo: Dio viene dentro le sue creature, come lievito dentro il pane, come pane dentro il corpo, come corpo dentro l’abbraccio. Dentro l’amore.
Il nostro pensiero corre all’Eucaristia. E’ lì la risposta? A Cafarnao Gesù sta parlando della grande liturgia dell’esistenza. Le parole “carne”, “sangue”, “pane del cielo” indicano l’intera sua esistenza, la sua vicenda umana e terrena, le sue mani di carpentiere con il profumo del legno, le sue lacrime, le sue passioni, la polvere delle strade, i piedi intrisi di nardo, e la casa che si riempie di profumo e di amicizia. E Dio in ogni fibra. E poi come accoglieva, come liberava, come piangeva, come abbracciava. Libero come nessuno mai, capace di amare come nessuno prima.
Allora il suo invito incalzante significa: mangia e bevi ogni fibra di me…Cristo vuole che nelle nostre vene scorra il flusso caldo della sua vita, che nel cuore metta radici il suo coraggio, perché ci incamminiamo a vivere l’esistenza come l’ha vissuta Lui. Dio si è fatto uomo perché ogni uomo si faccia come Dio. […] Mangiate di me! Parole che mi sorprendono ogni volta, come una dichiarazione d’amore. “Voglio stare nelle tue mani come dono, nella tua bocca come pane, nell’intimo tuo come sangue; farmi cellula, respiro, pensiero di te. Tua vita” Qui è il miracolo, il batticuore, lo stupore: Dioin me, il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola” (da una riflessione di Padre Ermes Ronchi).
Preghiera: O Vergine Santa aiutaci ad accogliere sempre con stupore e gratitudine il grande dono che Gesù ci ha fatto, lasciandoci il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.