Esodo 34,4b-6.8-9
Daniele 3,52-56
2 Corinzi 13,11-13
Giovanni 3,16-18
Un amore infinito che si dona a noi
A volte si è obiettato che la solennità della SS.Trinità, a differenza di tutte le altre celebrazioni che commemorano un evento salvifico, sia la “festa di un’idea”. In realtà e la “festa di una sintesi”, cioè si festeggiano in un’unica celebrazione il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’augurio con cui San Paolo conclude la seconda lettera ai Corinzi è la rivelazione e il significato più profondo della Trinità: “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2Cor13,13). Nel breve dialogo con Nicodemo, nel Vangelo di oggi, Gesù afferma: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv3,16). Queste parole stanno ad indicare che l’azione delle tre Persone divine è tutta un unico disegno d’amore che salva l’umanità e il mondo, è un disegno di salvezza per noi. Nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con un altro verbo concreto: dare. Amare non è un fatto sentimentale o emozionale, ma un dare con mani e gesti. L’esperienza dell’amore di Dio in Cristo, sorretta dalla sua grazia e dalla potenza dello Spirito Santo, è sorgente di vita cristiana e sostegno per vivere quotidianamente il comandamento dell’amore. Il mistero della Trinità è allora innanzitutto un mistero d’amore, con una luce talmente grande che noi non riusciamo a contenere: una luce che ci supera, ma che ci illumina e ci salva. Un mistero d’amore che domanda di essere raccontato. Raccontare l’amore del Padre che chiama alla vita e all’esistenza l’universo e l’umanità. Raccontare l’amore del Figlio che viene a realizzare un disegno di salvezza e sceglie la strada dell’incarnazione. Si fa uomo per trasmettere la misericordia e la bontà e addirittura dona la sua vita sulla croce. Raccontare l’amore che ci raggiunge attraverso lo Spirito Santo che ci dona di crescere nella comunione. Ma raccontarlo non basta: “All’amore- come ci ricorda San Bernardo- si risponde con l’amore”. Celebrare la festa della Trinità, allora, non significa pagare il proprio pedaggio a un dogma oscuro, ma cogliere il senso di tutto. Lasciarci afferrare da questo amore per viverne e restarne trasfigurati. Prendere a cuore una relazione che risulta decisiva per questa vita terrena e per l’eternità. Gustare il sapore autentico di quel gesto del segno di croce, che spesso facciamo, per inserirci sempre di più in una storia d’amore che ci supera da ogni parte e che troverà il suo compimento in un approdo finale di luce e di pienezza.
Preghiera: O Vergine Maria, dimora della Trinità, aiutaci ad accogliere con cuore aperto l’amore di Dio, che ci riempie di gioia e dà senso al nostro cammino in questo mondo, orientandolo sempre alla meta che è il cielo.