Isaia 55,6-9
Salmo 144
Filippesi 1,20c-24.27°
Matteo20,1-16
La giustizia del Padre è dare il meglio a ciascuno
Il profeta Isaia invita a cercare il Signore che è vicino, abbandonando le logiche umane e assumendo lo stile misericordioso di Dio (Prima Lettura). Paolo in un momento cruciale della sua vita sceglie di comportarsi secondo la logica di Dio: “Per me vivere è il Cristo” (Fil.1,21a). Riguardo al Vangelo di questa domenica dobbiamo confessare che proviamo un certo disagio di fronte alla parabola degli operai dell’ultima ora, che hanno fatto appena in tempo a sporcarsi le mani, eppure ricevono il salario intero come gli altri. E non ci sembra giusto il comportamento del padrone. “Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro?….Ma io voglio dare a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?” (Mt20,13-15). Il padrone non toglie nulla ai primi, aggiunge agli altri. Non è ingiusto, ma generoso. Non sottrae nulla, dona. E crea una vertigine dentro il nostro modo mercantile di concepire la vita: sopra l’economia di mercato stende l’economia del dono: l’uomo più povero senza contratto, viene messo prima del contratto di lavoro. La giustizia umana è dare a ciascuno il suo, quella di Dio è dare a ciascuno il meglio. E il Padre gioisce del fatto che nessuno patisca lo scarto e l’essere lasciato ai margini o indietro. A questo punto la domanda è inevitabile: Noi come reagiamo di fronte alla bontà, alla misericordia che Dio riserva ai nostri fratelli? Ce ne rallegriamo oppure ci ribelliamo, invidiando? Ecco perché la sentenza finale: “Così gli ultimi saranno primi, e i primi, ultimi” (Mt20,16). Il regno di Dio funziona secondo la logica dell’amore in eccesso, esagerato. Chi l’ha preso per un’azienda non ha capito nulla. E’ un po’ come il figlio maggiore nella parabola del figliol prodigo o del padre misericordioso. Ha obbedito sempre, ha lavorato, è rimasto in casa…ma non capisce suo padre e non è disposto a partecipare alla festa per il ritorno del fratello. Ci dice Papa Francesco: “Ricordiamo chi è stato il primo santo canonizzato nella Chiesa: il buon ladrone. Ha “rubato” il cielo all’ultimo momento della sua vita: questo è grazia, così è Dio. Anche con tutti noi. Invece, chi cerca di pensare ai propri meriti, fallisce; chi si affida con umiltà alla misericordia del Padre, da ultimo – come il buon ladrone – si trova primo”.
Preghiera: Maria Santissima, aiutaci a sentire ogni giorno la gioia e lo stupore di essere chiamati da Dio a lavorare per Lui, nel suo campo che è il mondo, nella sua vigna che è la Chiesa, e di avere come unica ricompensa il suo amore, l’amicizia con Gesù.