Pensiero della XXIII Domenica del Tempo Ordinario

Ezechiele 33,1.7-9
Salmo 94
Romani 13,8-10
Matteo 18,15-20

Far crescere la fraternità è il tesoro della storia

Il pensiero di meditazione di questa domenica lo cogliamo dal commento di Padre Ermes Ronchi su “Avvenire” del 7-09-2023: “Tutto comincia quando ci sentiamo debitori, dice San Paolo nella lettera ai Romani; quando ci sentiamo custodi dell’altro, dice il profeta Ezechiele; debitori senza pretese e custodi attenti sono i due nomi belli di ogni persona in relazione. E il terzo è offerto dal Vangelo: restauratori di legami, coloro che incessantemente rammendano il tessuto continuamente lacerato delle relazioni. Se tuo fratello commetterà una colpa contro di te, vai e ammoniscilo. Tu fa il primo passo, ricomincia il dialogo, sospinto dal vento di comunione che è Dio. […..]. Ma che cosa mi autorizza a intervenire nella vita di una persona? Nient’altro che la parola fratello, percepire l’altro come fratello e sorella. […]. Ciò che ci autorizza è la custodia direbbe Ezechiele, è l’I care di don Milani: mi stai a cuore e mi prendo cura. Solo chi ama sa prendersi cura e ammonirci nel modo giusto, gli altri sanno solo ferire o adulare. […..] . Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello. Verbo stupendo: guadagnare un fratello. C’è gente che accumula denaro, gente che guadagna prestigio o potere, e poi c’è gente che guadagna fratelli. Il crescere della fraternità è il tesoro della storia: dobbiamo investire tutto nel capitale relazionale, l’unico investimento che produce vera crescita. E alla fine del percorso di ricomposizione tracciato da Gesù, il Vangelo riporta una frase da capire bene: se non ascolta neppure i testimoni, neppure la comunità, quel fratello sia per te come il pagano e il pubblicano. Lo considererai un escluso, uno scarto, un rifiuto? No. Con lui ti comporterai come Gesù, che siede a mensa con Matteo e i pubblicani di Cafarnao, che discute di figli, di briciole e cagnolini con una donna pagana. Questo percorso mi fa sentir bene dentro la prima espressione del Vangelo di oggi: quando due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. Parola che scavalca la liturgia: “Non nell’io, non nel tu, lo Spirito risiede nell’io-tu” (M.Buber). Il Signore respira meglio quando è catturato dentro quei nostri abbracci che, qualche volta almeno, ci hanno fatto meravigliosamente perdere il fiato”.

Preghiera: O Vergine Maria, Madonna della Fiducia, aiutaci a fare della correzione fraterna una sana abitudine, affinché nelle nostre comunità si possano instaurare sempre nuove relazioni fraterne, fondate sul perdono reciproco e soprattutto sulla forza invincibile della misericordia di Dio.

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