Zaccaria 9,9-10
Salmo 144
Romani 8,9.11-13
Matteo 11,25-30
Gesù esulta lodando il Padre
La prima lettura di questa Domenica, tratta dal libro del profeta Zaccaria, ci presenta l’invito alla gioia per l’ingresso a Gerusalemme di un re vittorioso ma umile, che cavalca non un cavallo, ma un asino; eppure con la sua autorevolezza questo re instaurerà la pace universale. Nella seconda lettura San Paolo ci dice che dove c’è lo Spirito di Dio non c’è spazio per la carne, cioè per le passioni, per il peccato. Nel Vangelo Gesù esulta e loda il Padre perché ha tenuto nascosti i segreti del suo regno, della sua verità, “ai sapienti e ai dotti” (Mt11,25), e li ha rivelati ai “piccoli”, a quanti si aprono con fiducia all’ascolto della sua Parola di salvezza, aprono il loro cuore, sentono il bisogno del Padre nella loro vita e attendono tutto da Lui. “ Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28): poi Gesù dice che se andiamo da Lui troveremo il ristoro che Lui offre agli affaticati e oppressi. Questo ristoro non è un sollievo soltanto psicologico o un’elemosina elargita, ma la gioia dei poveri di essere evangelizzati e costruttori della nuova umanità. Questo è il sollievo: la gioia che ci dà Gesù, una gioia unica, perché è Lui stesso. Poi Gesù aggiunge: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” (Mt11,28-30): L’immagine del giogo fa pensare immediatamente all’oppressione, a qualcosa che blocca che pesa, che impedisce di muoversi…E’ questo che ci mette davanti Gesù? Se ci pensiamo un attimo, però, dobbiamo riconoscere che il giogo, in genere, viene usato per trasportare qualcosa di pesante in due o più, non da soli. Ed è proprio questo che ci viene offerto dal Signore. Egli è venuto a prendere il nostro giogo: tutto ciò che appesantisce e rende difficile la nostra esistenza, tutto quello che ci fa provare la fatica di andare avanti, giorno per giorno. Egli non ci sottrae al nostro compito. Non ci esonera dalla sofferenza. Questo è quello che si attendono coloro che hanno una visione magica, infantile, della salvezza cristiana. Gesù, il Crocifisso risorto, viene invece accanto a noi per sostenerci, per guarirci, per ridarci forza, per prendere su di sé la parte consistente delle nostre difficoltà. Ecco perché il giogo che ci propone è dolce ed il suo peso leggero…non perché i pesi svaniscano, ma perché Lui se ne carica assieme a noi.
Preghiera: O Maria, che sei la più umile e la più alta tra le creature, implora da Dio per noi la sapienza del cuore, affinché sappiamo lasciarci plasmare da Gesù, tuo Figlio, mite ed umile di cuore.