Sapienza 9,13-18
Salmo 89
Filemone 9b-10.12-17
Luca 14,25-33
L’ Amore per Gesù che offre la vita piena
Il Libro della Sapienza ci rivela un tratto del volto di Dio e della vita del credente. Credere non è scalare il cielo verso Dio, ma riconoscere e invocare il suo dono. E’ Lui che viene incontro a noi (Prima Lettura).
Nella seconda Lettura Paolo invita con forza il suo amico Filemone a riaccogliere il suo servo Onesimo, non più come schiavo, ma “come fratello nel Signore” (v.16). E’ la carica rivoluzionaria del cristianesimo, fin dalle sue origini: la dignità umana si costruisce abolendo tutte le frontiere, perché in Cristo “non c’è più né schiavo né libero” ( Gal 3,28) e “l’amore fraterno deve tutti legare in mutuo affetto” ( Rom 12,10). Nel Vangelo Gesù ci dice come si fa ad essere suoi discepoli per davvero. E’ un Gesù chiaro, determinato, deciso, che desidera uomini e donne disposti a condividere la sua stessa passione per Dio e per l’uomo, non gente preoccupata anzitutto della propria sicurezza. “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc14,26).
Seguire Gesù non comporta la rinuncia ad amare, ma impegno ad amare di più. Il cuore umano, Gesù lo sa bene, non è figlio di sottrazioni ma di addizioni, non è chiesto di sacrificare ma di aggiungere. Gesù ci offre una vita intensa, piena, profondamente amata e mai rinnegata. Quando amiamo Dio al di sopra di ogni cosa, agli altri non offriremo la pretesa del nostro egoismo, ma il dono di un amore che desidera soltanto il vero bene. Ciascuno diventa ciò che ama, ciascuno diventa chi ama: se ami il denaro diventerai un oggetto, se ami il Cristo sarai figlio di Dio, capace di gratuità, di iniziativa e di fedeltà. “Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Lc 14,27). La croce di Cristo è il manifesto del suo amore fino alla fine. Siamo salvati dal suo amore, non dalla sua sofferenza. Gesù soffre per amore, non ama per soffrire. E allora anche per noi la cartina di tornasole per dichiarare l’amore per Gesù è il passaggio obbligatorio della “mulattiera del Calvario” (don Tonino Bello). La croce allora è il passaggio verso la vita. “Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” (Lc14,33). Perché la tua vita non dipende dai tuoi beni, “un uomo non vale mai per quanto possiede, o per il colore della sua pelle, ma per la qualità dei suoi sentimenti. Un uomo vale quanto vale il suo cuore” (Gandhi). Le due brevi parabole- del costruttore della torre e di colui che parte per andare in guerra richiamano dinamiche fondamentali della nostra vita: costruire e lottare. Questi due verbi dicono molto del nostro quotidiano: evocano la pazienza del dare forma a chi siamo e la fatica delle lotte quotidiane. Ci dicono anche che diventare cristiani è una costruzione in divenire: si diventa cristiani giorno per giorno. Non come esercizio muscolare della nostra volontà, ma come resa all’amore che ci chiama e ci attira dietro Gesù verso la vita piena.
Chiediamoci: Sono convinto che seguire Gesù è lasciarsi modellare e plasmare giorno per giorno dalla sua Parola e dalla sua vita?
Preghiera: O Signore, con l’intercessione di Maria, Madre della Fiducia, insegnaci ad amarti ogni giorno sempre di più, per aprire il cuore ad ogni fratello.