Geremia 38,4-6.8-10
Salmo 39
Ebrei 12, 1-4
Luca 12,49-53
Essere cristiani autentici e decisi
Stiamo seguendo, da diverse domeniche, Gesù nel suo ultimo viaggio verso Gerusalemme, secondo la descrizione che ne fa il Vangelo di Luca. E’ un viaggio pieno di eventi, che non assomigliano, però, ai nostri viaggi, che ci capita di fare in particolare d’estate. Oggi i “navigatori”, che abbiamo nei nostri telefonini e nelle automobili, ci descrivono quasi perfettamente il tempo di percorrenza, l’orario di arrivo, il traffico, ecc…; ma non potranno mai dirci cosa accade dentro di noi, quale sia il nostro viaggio interiore. Luca, invece, entra nel viaggio interiore di Gesù per coglierne il sentire più intimo dinanzi alla mèta che lo attende. Il desiderio di giungere a Gerusalemme diventa “angoscia” sulle labbra di Gesù: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato, finché non sia compiuto” (Lc 12,49-50). C’è una sorta di pensiero fisso nella mente del Signore, tutto converge verso la Pasqua, verso quella che chiama la sua “ora”. Il “fuoco e il battesimo” esprimono dunque quel momento cruciale. Gesù non può contenere l’impeto di un desiderio ardente, qual è quello di passare attraverso il “fuoco” purificatore della passione. E, nello stesso tempo, avverte tutta l’angoscia di un “battesimo” da ricevere attraverso la morte. La croce sarà segno di contraddizione di fronte al quale ognuno deve prendere posizione. E’ il confine tra salvezza e condanna, tra sconfitta e vittoria. Per questo la pace, portata da Gesù, è un dono che non lascia poltrire gli uomini nella pigrizia di un dolce far niente – “voglio stare in pace”- . La pace è il Vangelo pasquale che scatena il fuoco, la passione, l’annuncio. Ricordiamo come il 19 agosto 2000, San Giovanni Paolo II, di fronte a due milioni di giovani a Tor Vergata per il Giubileo, disse: “Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo”. Non seguite il pensiero dominante, non accodatevi alla maggioranza o ai sondaggi d’opinione, ma giudicate da voi stessi, intelligenti e liberi, svegli e sognatori, andando oltre la buccia delle cose. “La differenza decisiva non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa” (C.M.Martini). E’ chiaro che quando Gesù parla di “divisione”, non vuole la divisione delle famiglie, tutt’altro, ma ci dice che chi lo segue veramente può non essere compreso dai suoi stessi familiari, come è successo a tanti santi. Accogliamo tutto il Vangelo così com’è, senza tagli, senza “se” o “ma”. Seguire Gesù è impegnativo, ma è il viaggio più bello che potremmo intraprendere. E’ il viaggio dell’amore. Se ci lasciamo conquistare da Cristo, allora potremo correre con perseveranza nella corsa, come ci dice, oggi, l’autore della Lettera agli Ebrei, tenendo fisso lo sguardo su di Lui.
Chiediamoci: Vivo forse la mia fede “al ribasso”, senza infamia e senza lode, in una grigia mediocrità, nella pigrizia? Mi lascio, invece, invadere del fuoco dell’amore del Signore, con la preghiera e il consumarsi per i fratelli, soprattutto i più poveri e soli?
Preghiera: O Maria, Madre di tutti noi, aiutaci a lasciarci purificare il cuore dal fuoco portato da Gesù, per propagarlo con la nostra vita, mediante scelte decise e coraggiose.