Sapienza 11,22-12,2
Salmo 144
2 Tessalonicesi 1,11-2,2
Luca 19,1-10
Zaccheo e la scoperta di essere amati senza merito
Nel libro della Sapienza si contempla il Dio, amante della vita, Dio che sempre crea e ama, un Dio eternamente fiducioso nei confronti delle sue creature, un Dio che ha la passione del perdono. Paolo si rivolge ai cristiani di Tessalonica (l’odierna Salonicco), prega per loro affinché il Signore li renda saldi nella fede e sottolinea che ciò che conta, non è sapere quando il Signore verrà, ma come prepararsi all’incontro con lui. Il Vangelo di oggi ci pone al seguito di Gesù, che nel suo cammino verso Gerusalemme, fa tappa a Gerico. C’era tanta folla ad accogliere Gesù, tra cui un uomo di nome Zaccheo, capo dei “pubblicani”, esattore delle tasse per conto dell’impero romano. Egli era ricco non grazie a un onesto guadagno, ma perché chiedeva la “tangente”, e questo aumentava il disprezzo verso di lui. Zaccheo “cercava di vedere chi era Gesù” (Lc19,3°); non voleva incontrarlo, ma era curioso; voleva vedere quel personaggio di cui aveva sentito dire cose straordinarie. Ed essendo basso di statura, “per riuscire a vederlo” (Lc19,4), sale su un albero. Quando Gesù arriva lì vicino, alza lo sguardo e lo vede. Il primo sguardo è di Gesù, che chiama per nome: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc19,5). Gesù non rimprovera , non fa una “predica”, non condanna, non umilia Zaccheo, ma in uno scambio di sguardi va diritto al cuore e raggiunge la parte migliore(il nome). “Devo fermarmi” non semplicemente passare oltre, ma stare con te. Dio condanna il peccato, ma cerca di salvare il peccatore, lo va a cercare. L’accoglienza e l’attenzione di Gesù nei suoi confronti provocano in Zaccheo un netto cambiamento: “Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia” (Lc19,6). E poi Zaccheo disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (Lc19,8). Zaccheo non deve prima cambiare vita, dare la metà dei beni ai poveri, e dopo il Signore entrerà da lui: No. E’ Gesù che entra nella casa, ed entrando la trasforma. L’amicizia anticipa la conversione, perché incontrare un uomo come Gesù fa credere nell’uomo; incontrare un amore senza condizioni, fa amare; incontrare un Dio che non fa prediche ma si fa amico, fa rinascere. E il peccatore si scopre amato. Amato senza meriti, senza un perché. Semplicemente amato. Tutto il cristianesimo è preceduto da un “sei amato” e seguito da un “amerai”. Chiunque esce da questo fondamento amerà il contrario della vita.
Chiediamoci: Mi convinco sempre di più che il Signore cerca in ciascuno il bene che ha seminato e scommette nella fiducia su ogni persona?
Preghiera: O Vergine Maria donaci la grazia di sentire sempre su di noi lo sguardo misericordioso di Gesù, per andare incontro con misericordia a quelli che hanno sbagliato.