Pensiero della Terza Domenica di Pasqua 2023

Atti 2,14.22-33

Salmo 15

1Pietro 1,17-21

Luca 24,13-35

Il metodo EmmausQuei due discepoli percorrono la strada verso Emmaus, un piccolo villaggio a 11 Km da Gerusalemme, con il cuore gonfio di tristezza. Si allontanano da Gerusalemme perché è proprio lì che è stata uccisa la loro speranza. Hanno creduto in Gesù, nel suo messaggio, nel mondo nuovo di cui ha parlato. Ma ora Gesù è da tre giorni nel sepolcro. Il loro dolore ha ora acquistato i toni della disillusione e del disincanto. Quella sera proprio perché quei due discepoli erano a rischio, Dio stesso, come un viandante, si affianca a loro, dando inizio ad un vero e proprio “metodo Emmaus”. “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?” Lc24,17). L’incontro non inizia con un rimprovero, non inizia neppure con l’annuncio, e nemmeno con la morale.

Gesù, che i due discepoli subito non riconoscono, inizia mettendosi al passo con loro suscitando domande.
Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di suscitare domande in un tempo in cui subiamo le risposte preconfezionate, soffriamo per i messaggi inviati in serie su cui appare “inoltrato”. Chi li invia non si prende nemmeno la voglia di personalizzarlo. Dio no: “Anche i passi del mio vagare tu li hai contati, le mie lacrime nell’otre tuo raccogli” (Salmo).
Prima di dare una risposta Gesù esercita il metodo di generare domande. Noi spesso viviamo molteplici esperienze, ma ci fermiamo alla superficie, senza approfondirle e andare fino in fondo. I due discepoli saranno poi in grado di riconoscere Gesù nel segno dello spezzare il pane, solo perché si sono lasciati mettere “sottosopra” dalla domanda e dall’annuncio: “Cosa?” chiede Gesù; e poi dice: “Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. “E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc24,25- 27).
C’è voluto del tempo e della strada, 11 Km, prima di arrivare a quel segno. A volte, la fretta di trovare soluzioni è dovuta alla fatica di stare un po’ a contatto con la domanda. Così quando Gesù si ferma e spezza il pane, finalmente gli occhi dei due discepoli si aprono: quel pane è la sua esistenza spezzata per la vita del mondo. La strada della tristezza diventa allora un percorso di gioia. I “passeggeri” disincantati diventano “messaggeri” entusiasti.
In conclusione facciamo nostre le parole di Papa Francesco: “Cari fratelli e sorelle nella vita siamo sempre in cammino; e diventiamo ciò verso cui andiamo. Scegliamo la via di Dio, non quella dell’io; la via del “si”, non quella del “se”. Scopriremo che non c’è imprevisto, non c’è salita, non c’è notte che non si possano affrontare con Gesù”.
Preghiera: “Resta con noi” (Lc24,29), Signore! Resta con me, resta con tutti noi, perché abbiamo bisogno di Te per trovare la via. Senza di Te c’è la notte.

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