Pensiero della Solennità dell’Epifania del Signore e Battesimo del Signore

Il re bambino, luce per le nazioni e il Padre che ci ama sempre

Isaia 60,1-6; Salmo 71; Efesini 3,2-3°.5-6; Matteo 2,1-12;
Isaia 42,1-4.6-7; Salmo28; Atti 10,34-38; Matteo 3,13-17;


La solennità dell’Epifania celebra la manifestazione di Gesù come salvatore non di un gruppo ristretto di persone, ma di tutta l’umanità. Chiunque e ovunque è salvato dal Signore, l’Emmanuele. Per sottolineare questo immenso dono, l’immagine che Isaia ci offre è quella di Gerusalemme che è invitata a rivestirsi della luce del suo Signore per attirare a sé tutti i popoli e formare un unico popolo di salvati (prima lettura). San Paolo ci ricorda che tutti gli uomini “sono chiamati in Cristo Gesù a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo” (Ef 3,6) (seconda lettura). Il Dio fatto bambino è un regalo per tutti gli uomini amati dal Signore. L’episodio dei magi ne è il simbolo. I magi sono mossi da una stella e sono guidati da una sola domanda: “Dov’è colui che è nato?” (Mt 2,2a). Il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la guida della stella, le difficoltà con Erode, la scoperta di Gesù, la sua adorazione, costituiscono le tappe, che nella figura dei magi, tutti i popoli e gli individui dovevano percorrere per andare incontro al Salvatore del mondo. Il cammino di fede esige la ricerca e la costanza, ma è proprio da questo che nasce la gioia. C’è tuttavia un paradosso: chi è partito da lontano trova Dio, mentre chi è vicino, come gli abitanti di Gerusalemme, non lo sa riconoscere. La ricerca è l’anima della vita. C’è una bellissima frase del poeta francese Rimbaud: “Io attendo Dio con ingordigia”. Tutti siamo in ricerca, nessuno può dirsi arrivato. L’umiltà della crescita della fede deve essere sempre pregata, rinnovata, ritrovata, riconosciuta ogni giorno di nuovo. Abbiamo il coraggio di saper ricominciare.
La liturgia orientale e ambrosiana evocano oggi anche l’epifania del Battesimo di Gesù al Giordano e la manifestazione (epifania) del “primo segno” di Cana. Il Battesimo di Gesù è il momento in cui Lui inizia la vita pubblica e si mostra ancora una volta il Dio-con-noi (Emmanuele), mettendosi in fila con i peccatori, pur essendo senza peccato, perché nessun uomo si senta escluso dal suo amore. “Ed ecco una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento” (Mt 3,17). Ciò che il Padre dice di Gesù e ciò che dà a lui, è detto e dato a ciascuno di noi. Dio ci ama come ama lui. Ognuno è figlio suo prediletto. Figlio perché abbiamo la stessa eredità, amato perché prima di ogni merito Dio ti ama senza riserve; compiacimento, perché mi piaci, mi fai felice, quando io sto con te sono contento, e tu sei la mia gioia. Tutto questo avviene nel nostro battesimo attraverso il dono dello Spirito. In quel giorno una voce ha ripetuto come al Giordano: “Figlio, tu mi assomigli, io ti amo e mi dai gioia”.


Il quotidiano: Vivo la mia fede come un cammino, una crescita continua, una preghiera affinché il Signore ogni giorno mi aiuti ad aumentarla e a renderla sempre più autentica? Sono cosciente di essere sempre amato dal Signore?

Preghiera: Fa’, o Signore, che non solo ti conosciamo, ma che ti ri-conosciamo ogni giorno come Colui che ama sempre e comunque, e ha fiducia su ciascuno.

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