Pensiero della sesta Domenica del Tempo Ordinario

Geremia 17,5-8

Salmo 1

I Corinzi 15,12.16-20

Luca 6,17.20-26

Le Beatitudini: il segreto della felicità. Attenti all’idolatria!

In questa Domenica la Liturgia ci presenta la beatitudine, cioè la vera felicità, che è la conseguenza del “si” detto a Dio nella chiamata e nella risposta del Vangelo di domenica scorsa. Già il profeta Geremia, nella prima lettura, e il salmista, nel Salmo 1, suggeriscono le immagini della benedizione e della maledizione, concretizzate nei due alberi: quello anemico e striminzito nella steppa, e quello che si erge rigoglioso e maestoso sulla sponda di un fiume. La mancanza o l’abbondanza di acqua, cioè di Dio, determinano il rigoglio dell’albero, i suoi frutti, la sua utilità per il mondo.
Nel Vangelo Gesù dichiara beati i poveri, gli affamati, gli afflitti, i perseguitati, e ammonisce coloro che sono ricchi, sazi e acclamati dalla gente. La ragione di questa paradossale beatitudine sta nel fatto che Dio è vicino a coloro che soffrono e interviene per liberarli dalle loro schiavitù. E ugualmente il “guai a voi”, rivolto a quanti oggi se la passano bene, serve a “svegliarli” dal pericoloso inganno dell’egoismo e aprirli alla logica dell’amore finché sono in tempo a farlo.
Si tratta di abbattere gli idoli mondani: il denaro, il successo, il potere, il piacere senza misura… E qui è facile scivolare senza accorgersi nel peccato contro il primo comandamento, cioè l’idolatria, sostituire Dio con un idolo. Per questo Dio ci apre gli occhi sulla realtà. Siamo felici se ci riconosciamo bisognosi davanti a Dio. Il vero povero è colui che ha bisogno di tutto, e questo tutto è Dio! “Signore, ho bisogno di Te!”. Ma non è facile, bisogna ammetterlo, prendere per buone queste parole. La maggior parte della gente non la pensa così…c’è chi venderebbe l’anima pur di far soldi, chi si crede felice perché non si nega nessun piacere…Ecco perché non basta che Gesù sia chiaro, deve essere anche concreto. E Gesù, infatti, propone se stesso come esempio di beatitudine, di felicità, di pienezza.

Chiediamoci: –Non è forse vero che Lui, Gesù, vive poveramente, e non ha riposto affatto nelle ricchezze la sua sicurezza? – Non è forse vero che la fame che si porta dentro, solo Dio, il Padre suo può saziarla, perché è fame di compiere la sua volontà, è desiderio di amare fino in fondo? – E non è forse vero che la sua risurrezione mostrerà, una volta per tutte, che quella che Lui percorse, era la strada giusta, l’unica per arrivare alla pienezza e alla vera gioia, che ha sapore dell’eternità?

Preghiera: Signore Gesù, con l’intercessione di Maria, Madre tua e Madre nostra, facci riconoscere ciò che davvero ci arricchisce, ci sazia, ci dà gioia e dignità, perché diventiamo testimoni della felicità che non delude, quella di Dio che non delude mai.

“ Vivi, ama, sogna, credi, se sbagli rialzati ! E con la grazia di Dio non disperare mai!” ( Papa Francesco)

Don Mauro

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