Pensiero della Seconda Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

Isaia 49,3.5-6
Salmo 39
1 Corinzi 1,1-3
Giovanni 1,29-34

Il centro è Gesù: l’Agnello di Dio
Con questa domenica inizia il Tempo Ordinario, che non celebra un tempo particolare della vita del Signore, ma il mistero della salvezza nella sua interezza. La liturgia in questo tempo ci propone la vita quotidiana di Gesù, i suoi gesti, le sue parole e i suoi insegnamenti. Infatti la liturgia della Parola di questa domenica ci presenta subito, attraverso il profeta Isaia, la figura del Signore, definito “luce delle nazioni” e “portatore di salvezza” (prima lettura). Nel Vangelo Gesù è proclamato da Giovanni Battista: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Ecco un Dio che non si impone, si propone, è mite, non vuole far paura a nessuno. Eppure toglie il peccato del mondo. Il peccato, al singolare, non i mille gesti sbagliati con cui continuamente ci confrontiamo, ma il peccato profondo, la radice malata che inquina tutto, in una parola, il disamore (il non-amore), che significa indifferenza, violenza, menzogna, chiusure, fratture, vite spente. Gesù viene come il guaritore del disamore, e lo fa non con minacce e castighi, non da una posizione di forza con ingiunzioni e comandi, ma con quella che Papa Francesco chiama “la rivoluzione della tenerezza”. L’indicazione del Battista orienta il nostro sguardo: è Gesù, l’atteso; è Gesù cui dobbiamo guardare; è alla sua persona che dobbiamo legare la vita. D.Bonhoeffer, a un anno dal suo martirio sotto il nazismo, diceva: “Il problema che non mi lascia mai tranquillo è quello di sapere che cosa sia veramente per noi il Cristianesimo e anche chi sia Cristo, chi sia e chi sia per me”. Una domanda che oggi la Parola di Dio ci invita a fare: Chi è Cristo per me? Come incide nella mia vita? Si tratta di ritornare al cuore della vita cristiana, che è Gesù, il Signore. Certo non è facile, soprattutto se abbiamo confuso la fede con le cose da fare in nome della fede; se abbiamo perso il contatto con la persona del Signore. Eppure non c’è altra strada: quella del ritorno all’essenziale, il ritorno alla vita; perché l’essenziale non è un’idea, né un precetto, ma è una persona: è solo Lui, Gesù. Seguire Gesù, vuol dire amare ciò che lui amava, desiderare ciò che lui desiderava, rifiutare ciò che lui rifiutava, e toccare quelli che lui toccava. Come Giovanni Battista ha detto: “E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (Gv1,34), così anche noi siamo testimoni credibili di Gesù Cristo, Salvatore.

Il quotidiano: Cerco ogni giorno di mettere al centro della mia vita ordinaria Gesù, che mi suggerisce che cosa fare? Chiedo spesso a Lui: “Che cosa vuoi da me?”

La preghiera: O Maria. Madre di Gesù e madre nostra, donaci la forza di rendere testimonianza al tuo Figlio, di annunciarlo con gioia, con una vita liberata dal male e una parola piena di fede meravigliata e riconoscente.

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