Atti 14, 21b-27
Salmo 144
Apocalisse 21, 1-5°
Giovanni 13,31-33a.34-35
Amiamoci come il Suo Amore
Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, Paolo e Barnaba, al termine del primo viaggio missionario, riferiscono quanto il Signore ha operato per mezzo loro. Con la seconda lettura giungiamo, in questa domenica, al culmine del messaggio che il libro dell’Apocalisse intende comunicare, cioè la nuova Gerusalemme celeste, che è la presenza di Dio per sempre in mezzo a noi, per una alleanza definitiva tra Dio e l’umanità tutta. L’anima e la legge della Gerusalemme celeste è l’amore. Ed è il tema del Vangelo di questa domenica, tratto dal discorso di Gesù, che segue la lavanda dei piedi e precede i “discorsi d’addio” dei capitoli 14-17 del Vangelo di Giovanni. Gesù parla della sua glorificazione nel momento in cui maggiore appare l’oscurità: “Quando Giuda fu uscito” (Gv13,31°). Il grande segno, il segno per eccellenza, sta per essere compiuto con l’elevazione di Gesù sulla croce, manifestazione della gloria e incarnazione dell’amore di Dio. Gesù dice: “Vi do un comandamento nuovo che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri” (Gv13,34). Ma in che senso Gesù chiama “nuovo” questo comandamento? In fondo il comando di amare percorre tutta la Bibbia fino ad abbracciare anche i nemici: “Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere” (Prov 25,21). Ma la legge tutta intera è preceduta da un “sei amato”: “Come io ho amato voi” (Gv 13,34). Comandamento, allora, significa non obbligo, ma fondamento del destino del mondo e della sorte di ognuno. Il primo passo per noi è entrare in questa atmosfera in cui si respira Dio-Amore. E non è un premio per la mia buona condotta, ma un dono senza perché. Scriveva Angelo Silesio: “La rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce”. L’amore di Dio è la rosa senza perché: Lui ama perché ama, è la sua natura. La realtà è che “siamo immersi in un oceano d’amore e non ce ne rendiamo conto” (G.Vannucci). E allora amare non consiste semplicemente nel non far niente contro gli altri o fare un’offerta al povero o comportarsi correttamente, onestamente e con rispetto: anche questo…! Ma Gesù ci chiede una misura straordinariamente grande. Gesù ama di “combattiva tenerezza” (Evangelii gaudium), alle volte coraggioso come un eroe, alle volte tenero come un innamorato, o come una madre che non si arrende e non si stanca. Non si ama l’umanità in generale, si ama quest’uomo, questo bambino, questo straniero, questo volto. Si amano le persone una ad una, volto per volto.
Chiediamoci: So amare anche chi mi ha fatto del male? Sento in me l’amore continuo e infinito del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, quando faccio il segno di croce?
Preghiera: O Vergine Maria aiutaci, con la tua materna intercessione, ad accogliere il dono del comandamento nuovo del tuo Figlio Gesù e, con la forza dello Spirito Santo, donaci di praticarlo nella vita di ogni giorno.