Pensiero della Quarta domenica di Pasqua

Atti 42,14a.36-41
Salmo 22
1Pietro
2,20b-25 Giovanni 10,1-10

In ascolto della voce di Dio: Egli, Buon Pastore, ci chiama per nome
La quarta Domenica di Pasqua che celebriamo oggi, è dedicata a Gesù, Buon Pastore. Il Vangelo dice: “Le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome” (Gv 10,3). Il pastore, ci dice Gesù, lo riconosci dalla voce: non ha bisogno di urlare ma di coinvolgere. Il pastore non picchia, ma indica, non agita ma rassicura, non costringe ma sollecita. La voce, infatti, è molto più di un insieme di suoni. Il timbro che usi dice già in che modo ti poni di fronte all’altro. La voce tradisce la passione che ti anima, l’intenzione che ti guida, la convinzione che ti muove. Quante volte dalla voce riconosciamo ciò che l’altro avrebbe voluto dirci davvero! La voce di Gesù doveva essere, senz’altro, particolare, se è vero che la samaritana non potrà non riconoscere che mai un uomo le aveva parlato come quell’uomo; doveva essere autorevole se la folla non tarderà a riconoscere che mai nessuno aveva parlato come parlava Gesù; doveva essere riconoscibilissima se alla Maddalena basterà sentire pronunciare il suo nome per riconoscere in quell’uomo che le parlava il Maestro; doveva essere unica per far ardere il cuore nel petto ai due discepoli di Emmaus mentre conversava con loro lungo il cammino; doveva essere affidabile se conquisterà l’amore di Pietro dopo il triplice rinnegamento. Il rapporto che Gesù, Buon Pastore, desidera instaurare con ognuno di noi non è una realtà generica, che raggiunge tutti allo stesso modo, Egli cerca una relazione personale, ecco perché il Vangelo di oggi sottolinea l’importanza della sua “voce”. L’essere chiamati per nome ha un solo scopo: avere la vita in pienezza, perché Dio ha un solo desiderio che l’uomo viva da figlio e viva, perciò, della sua stessa vita. Non è casuale che proprio in questa domenica la Chiesa celebri la Giornata di preghiera per le vocazioni. Papa Francesco nel suo messaggio per questa Giornata, tra l’altro, così si esprime: “L’Apostolo Paolo spalanca davanti a noi un orizzonte meraviglioso: in Cristo, Dio Padre “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà” (Ef1,4-5). Sono parole che ci permettono di vedere la vita nel suo senso pieno: Dio ci “concepisce” a sua immagine e somiglianza e ci vuole suoi figli; siamo stati creati dall’Amore, per amore e con amore, e siamo fatti per amare. Nel corso della nostra vita, questa chiamata, inscritta dentro le fibre del nostro essere e portatrice del segreto della felicità, ci raggiunge, per l’azione dello Spirito Santo, in maniera sempre nuova, illumina la nostra intelligenza, infonde vigore alla volontà, ci riempie di stupore e fa ardere il nostro cuore”. Accogliere quest’amore conduce a rispondere “all’amore con l’amore” come diceva San Bernardo, e quindi a far cadere le nostre difese ed abbandonarci totalmente a Colui che solo riesce a colmare di senso la nostra esistenza.

Preghiera: “O Gesù, divino Pastore delle anime, che hai chiamato gli Apostoli per farne pescatori di uomini, attrai a te ancora anime ardenti e generose di giovani, per renderli tuoi seguaci e tuoi ministri; falli partecipi della tua sete di universale redenzione, dischiudi loro gli orizzonti del mondo intero, affinché, rispondendo alla tua chiamata, prolunghino quaggiù la Tua missione, edifichino il tuo Corpo mistico, che è la Chiesa, e siano “sale della terra”, “luce del mondo” (San Paolo VI).

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