Pensiero della IV Domenica di Quaresima

Giosuè 5,9a.10-12

Salmo 33

2 Corinzi 5, 17-21

Luca 15, 1-3. 11-32

l Padre buono e gioioso
Nella prima lettura, tratta dal libro di Giosuè, il popolo di Dio, entrato nella Terra promessa, celebra la festa di Pasqua, preludio della Pasqua cristiana. La gioia penetra nei cuori perché Dio ancora una volta sorprende il suo popolo.
Nelle Lettera di San Paolo ai Corinzi, l’apostolo sperimenta nella propria vita la novità di Dio, che è riconciliazione e gioia, finché ci lasciamo invadere dalla grazia del perdono.
La parabola, che oggi ascoltiamo è il cuore pulsante del Vangelo della misericordia. Anche qui abbiamo a che fare con la gioia che caratterizza uno stile nuovo, con cui il padre accoglie i suoi figli. Ed ecco la parabola. “Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre dammi la parte di patrimonio che mi spetta…poi partì per un paese lontano, e là sperperò il suo patrimonio, vivendo in modo dissoluto” (Lc 15,11-13). Il figlio minore vuole trovare un posto il più lontano possibile dal padre, che lui considera un padrone; tuttavia l’esperienza di fame, di mancanza di tutto, lo fa ritornare: “Mi alzerò, andrò da mio padre” (Lc 15, 18a).
Ed ecco la vera novità: Il padre lo vede da lontano, non aveva mai cessato di attendere e di guardare “ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15,20). Nemmeno vuol sentire le scuse, lo accoglie, lo riabilita come figlio, senza nemmeno pensarci. E noi potremmo osservare: ma non poteva rendersi conto meglio se davvero era un’autentica conversione?… forse era solo questione di fame…quali erano le vere motivazioni? Ma il padre è prima di tutto un Padre, non uno psicologo o un assistente sociale; il suo slancio e il suo gesto è determinato soltanto dalla forza di un amore incontenibile, smisurato. E’ prodigo di amore!
Ed è ciò che non capisce il fratello maggiore: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per fare festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio (non lo chiama fratello), il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso” (Lc 15,29-30). Il fratello maggiore non ha capito che stare nella casa del padre è una fortuna grande, è già un premio: “Tu sei sempre con me, e ogni cosa mia è tua” (Lc 15,31). Il fratello maggiore ha imparato le regole, ma non ha imparato a voler bene, quindi a obbedire con amore, soprattutto non ha imparato la gratuità. Questa parabola della misericordia ci insegna che Dio è Padre, che cerca e realizza il nuovo. Nuova è la compassione, nuovo è il perdono, nuova è la gioia che viene offerta. Ecco perché dobbiamo fidarci di Lui e mettere la nostra vita nelle sue mani!

Chiediamoci: Vivo nel Sacramento della Riconciliazione la misericordia infinita del Padre buono? – Desidero la Confessione come il bisogno di Dio nella vita di ogni giorno e la voglia di ricominciare?

Preghiera: Aiutaci, Padre, a lasciarci raggiungere dal tuo sguardo pieno d’amore, per ritornare a Te con tutto il cuore, rigettando ogni compromesso con il peccato.

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