Genesi 15, 5-12.17-18
Salmo 26
Filippesi 3,17-4,1
Luca 9,28b-36
La Trasfigurazione anticipa la Pasqua
Protagonista delle letture di questa domenica è lo sguardo. Abramo guarda il cielo (prima lettura), poi vede, nel buio, il fuoco del Signore. Il salmista cerca il volto del Signore e desidera contemplarlo (salmo 26); San Paolo ci esorta a non perdere di vista la patria celeste, prefigurando l’incontro con il Salvatore (seconda lettura). Tutto culmina con la visione sul Tabor, dove gli occhi del corpo e quelli dello spirito sono unificati. Infatti gli occhi riconoscono il Figlio di Dio nell’uomo che li ha condotti sul monte a pregare. L’evangelista Luca è l’unico ad indicare con precisione lo scopo della salita: “Salì sul monte a pregare” (Lc 9,28b).
La Trasfigurazione è un avvenimento di preghiera; diventa visibile ciò che accade nel dialogo di Gesù con il Padre: l’intima comunione con Lui. La Trasfigurazione si compie in un momento ben preciso della missione di Gesù, cioè dopo che Lui ha confidato ai discepoli di dover “soffrire molto…venire ucciso e risuscitare il terzo giorno” (Lc 9,21). Quando il volto di Cristo apparirà sfigurato dal dolore, coperto di sangue, attraversato dagli spasimi dell’agonia, i tre discepoli non dovranno lasciarsi abbattere. Il Crocifisso, infatti, non è il perdente, lo sconfitto, il vinto. Quella gloria, che hanno contemplato per un breve istante, è il destino di ogni discepolo, disposto a seguirlo per amore e a percorrere la sua stessa strada.
Ma com’è possibile non venir meno in simili circostanze?
Se la “visione” dura per un istante, la Parola di Gesù li accompagna sempre. E’ a quella Parola – come invita la voce che esce dalla nube: “Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo!” (Lc 9,35) – che i discepoli dovranno fare riferimento per affrontare vittoriosi la lotta che li attende. E’ una Parola capace di destare la fiducia, una Parola che genera speranza per guardare oltre alle sofferenze del momento presente, una Parola che tiene desto l’amore, un amore pronto a sacrificarsi e a donarsi senza chiedere contraccambio. Gesù appare in tutta la sua bellezza gloriosa. La bellezza che salva il mondo è l’amore che condivide il dolore. Ed è proprio la bellezza, che promana da Gesù, quella che permette a tutti quanti noi di giocare la partita della vita a qualsiasi prezzo, nonostante le sue imperfezioni e le sue fatiche.
Chiediamoci: Ho iniziato a dare un po’ più di tempo all’ascolto della Parola? – Cerco di vedere il volto di Gesù nelle persone che soffrono?
Preghiera: O Padre, che nella Trasfigurazionedi Gesù hai illuminato e confortato i discepoli del tuo Figlio, conforta anche noi con il dono di quella fede che illumina anche i giorni più oscuri della nostra vita.