Pensiero della Domenica delle Palme

Isaia 50,4-7

Salmo 21

Filippesi 2,6-11

Luca 22,14-23,56

Incarnazione e Passione si abbracciano
In questa Domenica delle Palme e all’inizio della Settimana Santa vorrei condividere questa meditazione di P.Ermes Ronchi: Inizia con la Domenica delle Palme la settimana suprema della storia e della fede. In quei giorni che diciamo “santi” è nato il cristianesimo, è nato dallo scandalo e dalla follia della croce. Lì si concentra e da lì emana tutto ciò che riguarda la fede dei cristiani. Per questo, dalle Palme a Pasqua, il tempo profondo, quello del respiro dell’anima, cambia ritmo: la liturgia rallenta, prende un altro passo, moltiplica i momenti nei quali accompagnare con calma, quasi ora per ora, gli ultimi giorni di vita di Gesù: dall’entrata in Gerusalemme alla corsa di Maddalena al mattino di Pasqua. Sono i giorni supremi, i giorni del nostro destino. E mentre i credenti di ogni fede si rivolgono a Dio e lo chiamano nel tempo della loro sofferenza, i cristiani vanno a Dio nel tempo della sua sofferenza. “L’essenza del cristianesimo è la contemplazione del Dio crocifisso” (Carlo Maria Martini). “Dio non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non protegge dalla morte, ma nella morte. Non libera dalla croce, ma nella croce” (Bonhoeffer). 
La lettura del Vangelo della Passione è di una bellezza che mi stordisce: un Dio che mi ha lavato i piedi e non gli è bastato; che ha dato il suo corpo da mangiare e non gli è bastato; lo vedo pendere nudo e disonorato, e devo distogliere lo sguardo. Poi giro ancora la testa, torno a guardare la croce, e vedo uno a braccia aperte che mi grida: ti amo! Proprio a me? Sanguina e grida, o forse lo sussurra, per non essere invadente: ti amo!.
Perché Cristo è morto in croce? Non è stato Dio il mandante di quell’omicidio. Non è stato Lui che ha permesso o preteso che fosse sacrificato l’innocente al posto dei colpevoli. Placare la giustizia con il sangue? Non è da Dio. La giustizia di Dio non è dare a ciascuno il suo, ma dare a ciascuno sé stesso, la sua vita. Ecco allora che Incarnazione e Passione si abbracciano. Gesù entra nella morte, come è entrato nella carne, perché nella morte entra ogni carne: per amore, per essere con noi e come noi. Attraversa la morte, raccogliendoci tutti dalle lontananze più sperdute. E Dio lo risuscita. Perché sia chiaro che un amore così non può andare perduto, e che chi vive come Lui ha vissuto, ha in dono la sua vita indistruttibile.

Chiediamoci: Mi lascio conquistare dall’amore infinito di Dio, che ha donato Sé stesso sulla croce per me? Cerco di attingere continuamente questa Grazia infinita di pace e dono dal Sacrificio Eucaristico: la Messa?

Preghiera: O Maria, Madre che hai sofferto e sperato, accompagnaci lungo la via della passione del tuo Figlio Gesù per imparare la sapienza della croce.

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