Pensiero della Diciottesima Domenica del Tempo Ordinario

Qoèlet 1,2; 2,21-23
Salmo 89
Colossesi 3,1-5.9-11
Luca 12,13-21


Riconoscere la vera ricchezza
Qoèlet mette in guardia gli uomini del suo tempo, bramosi di guadagno più che di sapienza: tutto ciò che si possiede egoisticamente è vanità, illude il cuore e non dà serenità (Prima Lettura). San Paolo ci dice che la partecipazione alla risurrezione di Cristo nel battesimo consente di vivere il tempo presente saldi nella fede, evitando di conformarsi ad uno stile mondano (Seconda Lettura).
Il Vangelo di oggi si apre con la scena di un tale che si alza tra la folla e chiede a Gesù di dirimere una questione giuridica circa l’eredità di famiglia. Ma Gesù prende le distanze da chi vuole coinvolgerlo come giudice o mediatore: non è suo compito; piuttosto l’occasione è propizia per esortare tutti i presenti a tenersi lontano da ogni forma di cupidigia, cioè dall’avidità di possedere. A tal proposito Gesù racconta la parabola del ricco stolto, che crede di essere felice perché ha avuto la fortuna di un’annata eccezionale e si sente sicuro per i beni accumulati: “Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!” (Lc 12,19). Ma la parola che Dio gli rivolge annulla questi suoi progetti: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?” (Lc 12,20). E la parabola così si conclude: “Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio” (Lc12,21). Che cos’è, allora, la cupidigia? E’ il non accettare di darsi un limite: non riuscendo a riconoscere il bene di cui già si dispone e, patendo una eterna insoddisfazione, ci si convince che la soluzione sia nell’aggiungere altro, e poi altro ancora, sempre di più, smodatamente e senza guardare in faccia a nessuno. Così è la cupidigia: non si sazia mai!. Gesù ci invita a considerare che le ricchezze possono incatenare il cuore e distoglierlo dal vero tesoro che è nei cieli. Ce lo ricorda oggi San Paolo nella seconda lettura: “Cercate le cose di lassù…rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,1-2).
Davanti a Dio noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo condiviso; siamo ricchi di uno, di molti bicchieri di acqua fresca dati; di uno, di cento passi compiuti con chi aveva paura di restare solo; siamo ricchi di un cuore che ha perdonato per sette volte, per settanta volte sette.


Chiediamoci: Siamo presi dall’ansia del possedere, dell’avere sempre di più? Siamo convinti che siamo ricchi solo di ciò che sappiamo condividere?


Preghiera: Vergine Maria, aiutaci a non lasciarci affascinare dalle sicurezze che passano, ma ad essere ogni giorno testimoni credibili dei valori eterni del Vangelo.

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