Malachia 3,19-20
Salmo 97
2 Tessalonicesi 3,7-12
Luca 21,5-19
Neppure un capello si perderà nel nulla: l’uomo è sicuro nelle mani del Signore.
Il profeta Malachia ci preannuncia che il giorno del Signore sarà come un forno rovente; ma esso non viene per bruciare tutto, bensì per purificare. Il male sarà incenerito, mentre il bene splenderà come un’alba luminosa (Prima Lettura). La convinzione di una fine del mondo imminente aveva spinto alcuni cristiani del tempo di Paolo a vivere senza far nulla e provocando disordini. L’Apostolo ci chiede invece di lavorare nella pace, per non essere di peso a nessuno. Il Vangelo di questa penultima domenica dell’anno liturgico ci presenta il discorso di Gesù sulla fine dei tempi. Gesù parla davanti al tempio di Gerusalemme, edificio ammirato per la sua imponenza e il suo splendore. Eppure, profetizza Gesù, di tutta quella bellezza e grandiosità del tempio “non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”(Lc21,6). La distruzione del tempio, preannunciata da Gesù è figura non tanto della fine della storia, quanto del fine della storia. Un giorno non resterà pietra su pietra delle nostre magnifiche costruzioni, delle piramidi millenarie, della magnificenza di San Pietro, ma l’uomo resterà per sempre, frammento su frammento, nemmeno il più piccolo capello andrà perduto. Dapprima c’è uno sguardo realistico sulla storia, segnata da calamità e anche da violenze, da guerre, da traumi che feriscono il creato, nostra casa comune. E di fronte a tutto questo quale sarà l’atteggiamento del cristiano? E’ l’atteggiamento della speranza in Dio, che consente di non lasciarsi abbattere dai tragici eventi. Anzi essi sono “occasione di dare testimonianza” (Lc21,13). Il Signore ci chiama alla costruzione della storia, diventando, insieme a Lui, operatori di pace e testimoni della speranza in un futuro di salvezza e di risurrezione. La fede ci fa camminare con Gesù sulle strade tante volte tortuose di questo mondo, nella certezza che la forza del suo Spirito piegherà le forze del male, sottoponendole al potere dell’amore di Dio. Ci sono di esempio i martiri cristiani- i nostri martiri, anche dei nostri tempi, che sono di più di quelli degli inizi-i quali, nonostante le persecuzioni, sono uomini e donne di pace. Essi ci consegnano un’eredità da custodire e imitare: il Vangelo dell’amore e della misericordia. “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Lc21,19). Gesù con questa promessa ci conferma che quello che accade ogni giorno non è il conto finale della nostra vita. A salvare la nostra vita sarà solo la nostra perseveranza, che consiste nell’attraversare la storia fidandosi della fedeltà della promessa di Dio, con la nostra capacità di restare fedeli al nostro quotidiano.
Chiediamoci: Mi convinco sempre di più che ogni fatto, positivo o negativo che accade, non segna definitivamente la mia vita, che invece è sempre nelle mani misericordiose di Dio?
Preghiera: O Maria sostieni il nostro cammino di fede quotidiano, nella perseveranza e nella fiducia in Dio che guida la storia.